C'hi++ - Proposta per una metafisica open-source

Gira 'sto telefono, come fai a leggere così?

C'hi++

Eliminate tutte le cose meravigliose che l’immaginazione umana ha creato dal nulla , dobbiamo tirar fuori tutto il possibile dalla piatta realtà che sentiamo e vediamo.
Isaac Asimov - Civiltà extraterrestri


«Quando chiudo gli occhi vedo solo il deretano di un mulo, e quando non li chiudo, anche».
In un certo senso, è questa l’odierna visione della realtà.
G. de Santillana, H. von Dechend - Il mulino di Amleto

C’hi++ è un tentativo di spiegare il significato dell’Esistenza nei termini dell’informatica. Questa miscela di spiritualità e tecnologia è presente sia nel nome C’hi++ — che è un gioco di parole fra il termine giapponese C’hi e il linguaggio di programmazione chiamato C++ —, sia nel modo in cui verrà gestita l’evoluzione della disciplina: lo stesso che viene utilizzato per il software open-source.
I precetti del C’hi++ sono illustrati nel manuale C’hi++ - Il senso della vita è il debug. Tutti i testi, le immagini e i dati relativi al C’hi++ sono raccolti in un repository su GitHub; se volete altre informazioni su questo progetto, potete trovarle lì, nei file: README e MANIFEST.


C’hi++ non è né scienza né religione, anche se ogni tanto finge di essere o l’una o l’altra. C’hi++ è mito e la mitologia ha spesso mescolato il soprannaturale con il livello più alto dello sviluppo scientifico o tecnologico. Anticamente, abbiamo attribuito una controparte divina al lampo che generava il fuoco, al moto degli astri, alla meteorologia. Più recentemente, Poe, in Eureka, ha ipotizzato che l’Universo sia il frutto dell’azione contrapposta della Gravità, che lui interpreta come la tendenza di tutta la materia a tornare all’Uno primigenio e dell’Elettricità, che al contrario, tende a dividere. All’inizio del Secolo scorso, infine, i Futuristi hanno mitizzato i simboli del progresso tecnologico — velocità, eliche, aeroplani, automobili —, rendendoli l’oggetto della loro arte. Nulla di strano, quindi, che all’inizio di questo millennio si tenti un paragone fra le regole note del software e le regole ignote dell’Universo in cui viviamo.


C’hi++ non si propone come una spiegazione assoluta e definitiva del Significato dell’Esistenza, ma come un modello incompleto e perfettibile. È per questo motivo che ha una versione, come il software: perché possa evolvere col tempo, così come avviene per il software. Questa è la prima versione del programma Photoshop, nel 1990:

e questo è Photoshop, trent’anni dopo:

Così come i modelli matematici usati per la meteorologia non rendono tutta la complessità dei movimenti delle masse d’aria dell’atmosfera, ma forniscono comunque delle previsioni attendibili, così il C’hi++ non fornisce una descrizione completa e accurata di ciò che è, è stato e sarà, ma può fornire una risposta non dogmatica ad alcune domande riguardanti la nostra vita.


Per il C’hi++, ciascun essere senziente è uno dei neuroni di un cervello (l’Universo) a cui contribuisce a dare forma grazie a ciò che impara nel corso delle sue esistenze. Se riconosciamo i nostri errori come tali, è possibile che non li ripeteremo in futuro; altrimenti continueremo a commetterli, generando delle forme “dolorose” dell’Universo. Per questo motivo, secondo il C’hi++, “il senso della Vita è il debug”, perché solo analizzando e correggendo i nostri errori, così come si fa con il software, potremo migliorare la “forma” dell’Universo e, di conseguenza, le nostre esistenze.

In altre parole, il Paradiso e l’Inferno non sono altrove: sono solo due stati possibili dell’Universo e siamo noi, con le nostre azioni e le nostre intenzioni, a decidere in quale dei due vogliamo vivere.