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Guénon, sull'atomismo

23 May 2022

Guénon, René, Introduzione generale allo studio delle dottrine Indù, Editions Marcel Rivière, 1921:

In verità nulla è più facile che mettere in evidenza le contraddizioni implicite nell’atomismo, il cui errore di fondo consiste nel presupporre nella sfera della corporeità degli elementi semplici, quando in realtà tutto ciò che è corpo è per necessità composto, soggetto com’è alla divisibilità perché esteso, vale a dire sottoposto alla condizione spaziale; nulla si può trovare di semplice o d’indivisibile se non uscendo dalla sfera dell’estensione, cioè dalla modalità particolare di manifestazione che costituisce l’esistenza corporea. Se si assume la parola “atomo” nel sua significato legittimo (quello di “indivisibile”), cosa che (anche se i fisici moderni non lo fanno ormai più) è necessario fare in questo caso, si può dire che un atomo, in quanto senza parti, dev’esser senza estensione; ora, una somma di elementi senza estensione non genererà mai un’estensione; per cui se gli atomi sono veramente quel che è implicito nella loro definizione, sarà impossibile che riescano a formare dei corpi. A questo ragionamento ben noto (e inoltre perfettamente decisivo) ne aggiungeremo un altro, di cui Shankaracharya si serve per confutare l’atomismo: due cose possono venire a contatto per una delle loro parti o per la totalità di se stesse; per gli atomi, i quali non hanno parti, la prima ipotesi è manifestamente impossibile; rimane la seconda, ciò che equivale a dire che il contatto o l’aggregazione di due atomi può soltanto esser realizzato nella loro coincidenza, da che risulta chiaramente come due atomi riuniti non possano esser niente di più di un atomo solo, e così via indefinitamente; come prima, dunque, un numero qualsiasi di atomi non formerà mai un corpo.

Guénon parte da un presupposto sbagliato: assumere che ciò che non ha parti non abbia estensione.
È un modo di ragionare che mi ricorda molto i Greci: fare un’affermazione scorretta e costruirci sopra una “dimostrazione”.
Pensate ai pixel di uno schermo: possono essere o solo bianchi o di tre colori. Ciascun elemento del pixel è atomico, nel senso che non può essere scisso ulteriormente, ma ha una sua dimensione.
Anche la questione del contatto è speciosa: nel caso dei pixel non esiste alcuna forma di contatto; gli elementi sono di per sé disposti l’uno a fianco all’altro.

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