Incipit

*.* è il migliore

Quello che stai facendo è inutile.
Voglio che tu lo scriva all’inizio del tuo libro, così la gente non perderà tempo a leggerlo. Tutto ciò che si fa con uno scòpo è inutile. In particolare i libri, perché sono stupidi: non si accorgono di quando sbagliano e anche se se ne accorgessero non ci potrebbero fare nulla: seguiterebbero a dire una cosa sbagliata. Tu pensi di scrivere una nuova Bibbia: anche fosse, sei sicuro di volerlo fare? Tutti i libri sacri partono da un presupposto sbagliato: che valga la pena scriverli, perché l’Umanità può essere salvata e, soprattutto, che merita di essere salvata. Non è così. Credi che se gli autori della Bibbia o dei Vangeli avessero potuto prevedere le conseguenze ultime delle loro opere — le guerre, le morti, le sofferenze —, li avrebbero scritti lo stesso? I libri sacri sono sempre stati strumentalizzati dai potenti, cosa ti fa pensare che per il tuo non succederà lo stesso?
Il Maestro Musashi, nel suo Dokkodo, scrisse:

Fà che le future generazioni non siano legate ad armi antiche.

Tu proietti su questo linguaggio ormai morto delle aspettative personali, speri che possa far rivivere il tempo passato e ti illudi che il tempo passato sia meglio di quello presente. Ti sbagli. Il passato, mio giovane amico, è una vecchia amante che col suono della sua voce ci ricorda i piaceri vissuti insieme, ma che bada a restare alle nostre spalle per nasconderci il suo volto rugoso.


Io ti insegnerò il Chi++, non ti indicherò la Via. Quando qualcuno ti indica la Via, ricordati sempre che una via la si può percorrere in due direzioni: una direzione ci avvicina alla nostra méta; una direzione ce ne allontana. La direzione è importante, non la via. Se un uomo conosce la direzione, la via non ha più alcuna importanza.
Il C’hi++ è allo stesso tempo un linguaggio di programmazione, un atteggiamento mentale e un modo di vivere. Chi pratica il C’hi++ scrive codice come se stesse vivendo e vive come se stesse scrivendo del codice.
Vivere è come scendere in canoa lungo un fiume. Affannarsi a risalire la corrente è inutile e infruttuoso, perché il fiume è più forte di noi e non si stanca mai. Lasciarsi andare alla corrente è pericoloso, perché ci si potrebbe parare davanti un ostacolo e noi non avremmo modo di evitarlo. È necessario quindi remare solo quel tanto che ci permette di essere più veloci della corrente e di schivare gli ostacoli che, di volta in volta, si presentano sul nostro cammino.
Similmente, scrivere del buon codice significa scrivere solo il codice necessario a raggiungere lo scòpo che ci si è prefissi. Aggiungere una sola virgola in più è sbagliato, perché rende più difficile il debug e più lento il programma. Chi pratica il C’hi++ applica lo stesso principio alla sua vita e compie solo le azioni necessarie, ignorando tutto ciò che è superfluo. Capire quali sono le azioni necessarie è semplice, così com’è semplice capire qual è la direzione della corrente quando navighi su un fiume. La cosa difficile è capire di essere su un fiume.
Tutte le cosmogonie che sono state formulate nel corso dei secoli hanno una caratteristica comune: richiedono una certa dose di fede in qualcosa di cui non è possibile provare l’esistenza; uno o più elementi fittizi e sovra-naturali, che si introducono nel sistema per spiegare ciò che non è possibile dimostrare praticamente. Credere in queste entità richiede l’accettazione di condizioni più paradossali di quelle che si cercava di spiegare originariamente. Ma, come diceva sempre il Maestro Canaro: “la Verità è semplice” e qualunque spiegazione che richieda dei parametri correttivi è, per definizione, inesatta.
Ciò che le religioni non dicono, comunque, è che non si può andare in Paradiso da soli: o ci andiamo tutti, o non ci va nessuno.


C’hi, in giapponese, vuol dire “respiro”. L’Universo è scritto in C’hi++. L’Universo respira. Ciò che noi percepiamo come eternità altro non è che un singolo respiro dell’Universo, una delle innumerevoli eternità che si sono succedute dall’inizio dei tempi. Ogni respiro dell’Universo comporta una fase di espansione e una fase di contrazione. I punti terminali di ciascuna fase prevedono l’annichilimento di ogni forma di vita senziente. Al contrario, nei periodi intermedi nascono e muoiono innumerevoli mondi. Su ciascuno di questi innumerevoli mondi nascono e muoiono innumerevoli esseri Ciascuno di questi innumerevoli esseri, nel corso della sua vita, compie una serie di azioni che influenzano la sua esistenza e quella dei suoi simili. Le possibili permutazioni di queste innumerevoli azioni per questi innumerevoli esseri per questi innumerevoli mondi sono quasi illimitate. Quasi. Il tempo, al contrario, è illimitato, quindi può capitare che una determinata sequenza di eventi, già avvenuta in un precedente respiro dell’Universo, si ripeta, con condizioni simili, in un respiro successivo. Ciò vuol dire che, con buone probabilità, io e te abbiamo già avuto questa conversazione in una o in migliaia delle nostre esistenze precedenti.